Nottingham, 1997. La donna indossava un vestito con le maniche corte e la lunga gonna svasata. Sull’anulare sinistro spiccava un cerchietto di pelle candida, lì dove fino a poco tempo prima doveva esserci una fede nuziale. Sembrava serena, così, sdraiata sul suo letto, le braccia mollemente adagiate, le mani una sull’altra, l’abito senza una piega. In pace. Se è vero che i morti riposano in pace. Questa la scena che si offre all’ispettore Frank Elder al suo primo caso alla Sezione grandi crimini. La sua prima indagine. Un’indagine a cui non verrà mai messa la parola fine: nessun arresto, quindi nessun colpevole. Un assassino libero per le strade, libero di uccidere ancora. Sono passati otto anni da quel giorno. Frank Elder viene contattato dalla ex moglie Joanne. La sorella di una sua amica – una vedova di mezz’età riservata e irreprensibile – è sparita nel nulla: c’è bisogno di lui a Nottingham. Quella donna viene trovata assassinata, perfettamente vestita, composta sul suo letto come per un sereno riposo. E per l’ex ispettore è il momento di pareggiare i conti.
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