Montserrat Roig - Il tempo delle ciliegie (2025)
Primavera 1974. Dopo dodici anni di esilio volontario tra Parigi e Londra, Natàlia Miralpeix torna a Barcellona. La città che l'accoglie, in apparenza, è la stessa di sempre: Franco è ancora al potere, l'anarchico Puig Antich è appena stato giustiziato e la vecchia generazione porta con sé le ferite nascoste della Guerra Civile, i propri sogni infranti, i desideri non realizzati. Per Natàlia il rientro a casa significa ritrovare la sua famiglia, i cui componenti, nel grigiore del momento, cercano disperatamente di dare un senso alla loro esistenza: zia Patrícia, vedova di un poeta decaduto con manie di grandezza, che ora si tinge i capelli, fuma, e ha una passione sfrenata per il vino rosso; la cognata Sílvia, pupilla di un ricco imprenditore, circondata da stoviglie pregiate, biancheria di prim'ordine e da una superficialità disarmante; il fratello Lluís, cinico architetto di fama, simbolo di un futuro promettente e prospero. Infine Màrius, il nipote adolescente, appassionato di poesia e di Jimi Hendrix, che mostra a Natàlia come la rivoluzione sessuale, politica e artistica delle nuove generazioni sia in realtà già nell'aria. Natàlia si muove a fatica tra la sua educazione borghese e la voglia di libertà, mentre il passato si riaffaccia alla memoria: l'incontro con il giovane comunista Emilio, al centro delle rivolte studentesche di quegli anni, e l'episodio drammatico che l'ha spinta ad andarsene da Barcellona. Natàlia è una donna che si rifiuta di adeguarsi alle aspettative sociali e a valori che non sente suoi, desiderosa di trovare la propria strada, per vivere, finalmente, il tempo delle ciliegie, la primavera della gioia.
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