Gian Marco Griffi - Digressione (2025)
Anteprima esclusiva imperodeisogni
«Dobbiamo essere gentili in questo mondo oscuro». Immaginate un mondo in cui Asti è il centro del mondo. Immaginate un vecchio libro su cui ogni possessore ha lasciato tracce di sé: disegni, commenti, locandine, le regole di un gioco esistenziale inventato da Mary Shelley e dalla sua cerchia, l'indirizzo di uno sfuggente Ufficio delle redenzioni. Immaginate un ragazzo, Arturo Saragat, oppresso dal rimorso per non aver saputo opporsi al male quando sarebbe stato necessario, che a quel libro si affida per riorientarsi nella vita, smarrendosi invece ancor piú. Immaginate una Storia in cui Mussolini non è stato fucilato ma ha finito i suoi giorni in esilio, allevando asini a Pantelleria. Poi immaginate nostalgici rievocatori del fascismo, un console maniaco del golf, una lobby di dentisti assassini, sette eretiche, mariachi, terre esotiche e terre desolate, chiromanti, una fabbrica di meravigliosi globi miniati e una donna ultracentenaria dal fascino struggente. È solo una piccola parte di quello che troverete in Digressione. Dall'autore rivelazione di Ferrovie del Messico, un infinito, vertiginoso romanzo di formazione, d'amore e di avventura che ci restituisce una visione a volte compassionevole, a volte insostenibile, del nostro tempo. Digressione è un romanzo che vuole raccontare, nientemeno, «tutto ciò che esiste, piú una parte cospicua di ciò che è esistito e non esiste piú, di ciò che esiste pur non essendo mai esistito, e di ciò che non esiste, non è mai esistito e mai esisterà»; e naturalmente, per fare questo, tenta di usare tutte le parole che esistono, piú una parte cospicua di quelle che sono esistite e non esistono piú, di quelle che esistono pur non essendo mai esistite, e di quelle che non esistono, non sono mai esistite e mai esisteranno. Come nella famosa intro dei Simpson in cui l'intero universo e l'intera storia dell'universo precipitano in un'unica molecola della pelle della zucca gialla di Homer; come in quell'accenno di Borges ai collegi dei cartografi che, insoddisfatti di aver disegnato mappe di singole province estese quanto un'intera città e mappe dell'impero estese quanto un'intera provincia, crearono una mappa dell'impero che dell'impero aveva la stessa estensione e con l'impero coincideva esattamente; come nel racconto di Arthur C. Clarke in cui la compilazione della lista dei nove miliardi di nomi di Dio, affidata da certi monaci tibetani a un supercomputer, provoca la fine del mondo, con i nove miliardi di stelle del cielo che si spengono a una a una: cosí in questo romanzo l'universo poético y pintoresco immaginato da Gian Marco Griffi fin dai suoi primi libri, ed esploso come un big bang narrativo in Ferrovie del Messico, continua inarrestabilmente a espandersi e a moltiplicarsi, viaggiando a forsennata velocità verso i limiti della letteratura. Tutto è Digressione, e Digressione è tutto; poiché, come dice Calixto Escalera Del Pilar, «laberintero inmortal», la vita stessa altro non è che «un'immane digressione nel tragitto che dal grembo materno conduce spietatamente alla tomba». Greta Bertella e Giulio Mozzi
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