Ci sono nomi che resistono al tempo. Non scompaiono, si nascondono. Restano chiusi in una scatola, tra le pieghe di un fazzoletto, in una fotografia che nessuno ha mai incorniciato. Basta un gesto – aprire un cassetto, stendere la tovaglia, pronunciare una parola – perché tornino a respirare. Madré è un romanzo di memoria e di presenza. È la storia di ciò che rimane quando le voci si spengono, e di ciò che ritorna quando qualcuno trova il coraggio di dire i nomi. Nelle cucine e nelle piazze, tra stoviglie che tremano al passaggio dei treni e fazzoletti bianchi che si alzano al vento, la vita continua a parlare anche quando sembra ridursi al silenzio.