Louis Couperus - Turismo nell'antichità (2025)
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Nell’antico Egitto, il ricchissimo romano Publio Sabino Lucio intraprende un viaggio attraverso il Paese, risalendo il Nilo da Alessandria fino a Menfi, passando davanti alla Sfinge e alle piramidi di Giza, e spingendosi infine oltre le cateratte fino all’Etiopia. Il suo vasto seguito include, tra gli altri, lo zio Catullo, che vive alle spalle della fortuna del nipote; lo schiavo e precettore Trasillo; il giovane schiavo africano Tarrar; e la schiava greca Cora. Cora è segretamente innamorata di Lucio, ma lui non ricambia il suo affetto. Il gruppo è guidato attraverso l’Egitto dalle guide Ghizla e Caleb, che non perdono occasione per sfruttare i loro ospiti stranieri. Il motivo del viaggio di Lucio è il tentativo di affrontare la perdita della sua amata, la schiava greca Ilia. Ilia è scomparsa all’improvviso, e Lucio sospetta che sia stata rapita dai pirati. In realtà, è fuggita con un marinaio di cui era innamorata, anche se nessuno osa raccontare la verità a Lucio. Attraverso conversazioni con oracoli, sacerdoti egizi, mistici ed eremiti, egli cerca di scoprire cosa sia realmente accaduto a Ilia. Gli elementi misteriosi e soprannaturali della storia mettono in risalto come, persino nell’epoca in cui è ambientato il romanzo, l’Egitto fosse già una civiltà antica in decadenza. Couperus basa le sue sontuose descrizioni di un Egitto decadente sulle opere dello storico classico Strabone. Sebbene avesse sempre desiderato visitare l’Egitto, in realtà non vi si recò mai. Il libro si inserisce perfettamente tra gli altri romanzi storici di Couperus, nei quali esplora civiltà antiche e temi legati al destino e al declino. Fu fu pubblicato per la prima volta a puntate sulla rivista Groot Nederland, prima di uscire in volume nel 1911.