Renato Curcio - A viso aperto. Memorie e desideri del fondatore delle Brigate Rosse(1994)
Questa lunga intervista, selezionando alcuni eventi della mia esistenza e la memoria attuale che ne ho, presenta una certa versione di me stesso: quella che è venuta fuori durante numerose chiacchierate in una disadorna stanzetta di Rebibbia. Assai probabilmente, all'ombra di un grande faggio, i ricordi non sarebbero stati gli stessi. D'altra parte, tracciando arbitrarie differenze nel flusso degli eventi, essi si tradiscono da soli poiché si servono, per raccontarsi, del linguaggio volubile del mito: il mito di sé e della propria vita. Chiedo perciò al lettore di apprezzare lo splendore del mutamento, di attraversare queste pagine con animo leggero, senza lasciarsi ingannare da quelle ombre di «definitivo» che le parole, anche se di un solo fiato, in qualche modo trascinano con sé. Ho accettato la sollecitazione di Mario Scialoja per due ragioni. La prima: aprirmi alle molte domande che da più parti mi vengono poste. In quanto figura pubblica credo che questo sia un dovuto al quale sarebbe ingeneroso sottrarmi. E poi - questa è la seconda - perché in tanti anni di vita esposta nella vetrina dei giornali ho avuto modo di apprezzare in prima persona e molte volte le qualità professionali e la sensibilità umana dell'intervistatore.
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