Questo libro è un viaggio profondo nelle radici invisibili del silenzio imposto alle donne, esplorando come l'educazione, la cultura e le aspettative sociali plasmino il nostro modo di pensare, sentire ed esprimerci. Con un approccio psicologico e riflessivo, svela le ferite emotive ereditate da generazioni che sono state educate a non scomporsi, a non alzare la voce e ad accettare l'ingiusto come normale. Attraverso storie, analisi e riflessioni, smonta i miti che sostengono la sottomissione e recupera il diritto di parlare, sentire e decidere. È un invito a riconoscere che non si tratta di follia, ma di condizionamento, e che rompere questo schema è un atto di libertà. Un testo che mescola empatia e lucidità per risvegliare le coscienze e restituire la voce a chi pensava di averla persa.