Prima donna nella storia candidata all’Oscar come Miglior Regista (cerimonia 1977) per Pasqualino Settebellezze e premiata con l’Oscar alla carriera nel 2020, Lina Wertmüller ha trasformato il cinema in uno specchio irriverente del nostro Paese: politica e desiderio, satira e dolore, dialetti e melodramma. Dal folgorante esordio di I basilischi alla stagione d’oro degli anni Settanta – Mimì metallurgico ferito nell’onore, Film d’amore e d’anarchia, Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto, Pasqualino Settebellezze – fino alla vitalità popolare di Io speriamo che me la cavo , la sua regia ha messo a nudo il potere lì dove nasce: nei corpi, nelle relazioni, nelle parole che ridono mentre feriscono. Questo nuovo volume della collana “Visioni di Cinema – Quaderni di Visioni Corte Film Festival” ripercorre vita, poetica e ricezione internazionale di un’autrice che ha aperto la strada a molte registe, consegnandoci film che continuano a dividere e a far pensare. Un viaggio critico e narrativo attraverso i set e le idee: la curiosità come metodo, il grottesco come verità, l’attore come “venticello” da assecondare più che da imbrigliare. Hanno partecipato con i loro saggi Gisella Calabrese, Gordiano Lupi, Francesco Saverio Marzaduri, Ignazio Senatore, Roberta Verde.