Miklós Szentkuthy - A proposito di Casanova (2025)
Miklós Szentkuthy, saggista, memorialista, romanziere – paragonato a Borges per l’erudizione e a Joyce (ne aveva tradotto l’«Ulisse») per l’inventiva linguistica –, ha lasciato un’opera labirintica e proteiforme, ancora oggi completamente sconosciuta. Il centro di questo labirinto è un ciclo di dieci volumi, inclassificabili per forma e contenuto, che l’autore ha voluto raccogliere sotto l'etichetta paradossale e sottilmente blasfema di «Breviario di sant’Orfeo». Quello che qui presentiamo, «A proposito di Casanova», è il primo pannello, dove le memorie del celebre avventuriero settecentesco servono da spunto e contrappunto per parlare di «tutto», perché l’unico vero lusso, secondo Szentkuthy, è tutto ciò che esiste. Da Venezia alla musica di Mozart, dagli exploit erotici al gioco d’azzardo e alle tentazioni religiose, da uno squarcio sulla «Susanna e i vecchioni» di Tintoretto a uno stupefacente excursus sulla storia di Abelardo e Eloisa, ogni cosa, sfiorata dallo sguardo superstizioso e infantile di Szentkuthy, assume nuove sembianze, in un perenne gioco di metamorfosi. Una sorta di catalogo segreto, dove fatti metafisici, mezze verità o deliri razionali convergono nella pagina, rivelando l'intento di cogliere «le pieghe nascoste della realtà» e uno scrittore che non teme confronti e non ha paragoni. Vertiginoso e sfuggente, proprio come Casanova.