La protagonista è Giovanna detta Giò, è Penelope, è già Cassandra, è l’emblema della donna libera che non si rassegna al ruolo domestico di chi tesse la tela in attesa del ritorno di Ulisse, ma si mette in viaggio per trovare la sua reale identità e indipendenza.
Sceneggiatrice alla ricerca d’ispirazione, tra confusione e leggerezza, contro ogni schema di una società che non conosce e non considera le esigenze femminili, si trasferisce in una palpitante New York dove rinuncia caparbiamente alla sua verginità. E sempre caparbiamente si innamora, anche per spirito di ribellione, di Richard, un uomo debole e insicuro conosciuto durante la sua infanzia. Un rapporto instabile e mai davvero appagante metterà gradualmente in luce l’omosessualità di Richard.
Giò, che una decina d’anni dopo sarà forse la protagonista di Lettera a un bambino mai nato, troverà in sé la forza sufficiente per comprendere e affrontare un sofferto triangolo amoroso che coinvolgerà anche Bill, l’amante di Richard. E troverà infine anche la risolutezza necessaria per divincolarsene e fuggire, abbandonando per sempre sia il sogno d’amore di quand’era bambina che lo spietato e apertissimo microcosmo newyorkese.
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