Le riflessioni della Fallaci prendono spunto in questo libro da un’innocente domanda della sorellina Elisabetta: «La vita, cos’è?».
È il novembre del 1968 alla vigilia della partenza, e questo interrogativo la accompagna durante il lungo viaggio verso il Vietnam. All’arrivo a Saigon l’atmosfera è sospesa, surreale: del conflitto si sentono soltanto vaghi echi lontani, e più che in un Paese in piena guerra sembra di trovarsi in un Paese che dalla guerra è appena uscito.
L’Agence France Press di François Pelou sembra l’unico tramite tra quel microcosmo protetto e il resto del Vietnam; per quanto confuse, le notizie arrivano da ogni capo del Paese, e per la Fallaci e Moroldo, fotografo e compagno di viaggio, la guerra comincia da Dak To.
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