A MIA MOGLIE
Come artigiano che modella e crea,
i tuoi capelli, la tua bocca il viso,
forma io davo dentro il mio pensiero;
e già t'amavo e non ti conoscevo.
Ma venne il giorno.
Era fiorito il pesco,
vestiti d'oro il prato e la ginestra,
frullava l'aria odor di primavera
e tutt'intorno era tripudio e festa.
Noi c'incontrammo e non ci fu parola.
Scritto negli occhi
febbricitava Amore.
Ci unì la fede e il bacio
fu promessa
di giorni fatti di felicità.
Oh...! Quanto dura poco il paradiso
se vi s'annida ostile la tempesta
e un demone manipola il destino!
Tutto fu vano: l'ira, la preghiera,
un Dio crudele volle la tua mente,
caddero i sogni come foglie al vento
e più non fummo insieme.
Ancora lotto, è questa la mia guerra
e non mi dà mai tregua: sì,
a volte, solo qualche istante, se la mente
sgombra da catene,
ti mette sulle labbra le parole:
- Quanto ti voglio bene! -
Ora rincorro l'ombre
e la speranza mi ruba ancora
un'altra primavera.
Stefano Q.

GRAZIE PER AMARE QUESTE POESIE, OGGI VOGLIO DEDICARLA A PANTANO, AFFINCHE' LA SUA MALINCONIA POSSA SBOCCIARE IN UN SORRISO !
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