Alberto Peruffo, Luca Stefano Cristini - La battaglia di Campomalo e l’assedio di Milano 1036-37 (2025)
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Ariberto d’Intimiano, vescovo e soldato. Nella primavera del 1034 un forte contingente italiano di loricati, cavalieri pesantemente armati denominati così per la loro armatura detta lorica, varcava le Alpi attraverso il passo del Gran San Bernardo, dopo aver lasciato il munito castello di Bard che proteggeva il confine italico occidentale dalla Borgogna. L’armata italica si avventò, rapidamente, nel cantone di Friburgo, contro il castello di Murten, difeso dai borgognoni e posto a nord della catena alpina, nei pressi del piccolo lago di Morat, a circa 200 chilometri dal Gran San Bernardo, distanza, a quanto pare, percorsa dagli italici senza incontrare resistenza. Il castello venne assaltato e velocemente espugnato dai guerrieri milanesi che costituivano il grosso delle forze italiche. A guidare l’esercito del Regno d’Italia all’assalto al castello vi era un cavaliere, in armatura, armato di mazza ferrata, il cui aspetto glabro e dai modi pacati, era ben lontano dallo stereotipo del guerriero di quei tempi violenti. Un più attento esame avrebbe rivelato la tonsura del capo di questo condottiero che altri non era se non l’arcivescovo di Milano Ariberto. Qui però racconteremo le sue avventure guerresche più importanti: la battaglia di Campomalo del 1036, e il successivo assedio di Milano del 1037!
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