Viola Ardone - Tanta ancora vita (2025)
Anteprima esclusiva imperodeisogni
"Questo fanno i bambini alle persone. Le sincronizzano sul tempo dell’amore".
Dopo la trilogia del Novecento, dal 2019 sempre in classifica, nel suo nuovo febbrile, bellissimo romanzo Viola Ardone racconta il nostro presente. Due madri e un bambino, tre solitudini che si incontrano. Un canto a tre voci per rompere il silenzio cui riducono le guerre, quelle che affliggono la Terra e quelle che combattiamo dentro di noi. Kostya ha dieci anni quando si mette in viaggio da solo verso l’Italia per arrivare dalla nonna Irina, domestica a Napoli. Suo padre si è arruolato per difendere l’Ucraina appena invasa. «Sono nato con la guerra e nessuno mi può fermare», si ripete il bambino per farsi coraggio; nello zaino, pane e cetrioli, la foto di una madre che mai ha conosciuto e un indirizzo. Tra soldati che cercano di bloccarlo al confine e sconosciute che lo aiutano, riesce finalmente ad arrivare. Vita, la signora per cui la nonna lavora, lo trova addormentato sull’uscio. Quattro anni fa lei ha perso suo figlio, appena ventenne. Il dolore ha logorato il rapporto con il marito, che l’ha lasciata. Ora passa intere giornate da sola, o in compagnia di Irina, che ha letto i libri di Dante e parla italiano come un poeta del Duecento. L’arrivo di Kostya è uno strappo: prendersi cura di lui costringe di nuovo Vita in quel ruolo che il destino le ha tolto. Quando il telegiornale annuncia un’esplosione nella zona in cui è di stanza Roman, e al consolato nessuno sa dirle nulla, Irina parte per cercarlo. Cosí, suo malgrado, Vita si ritrova a occuparsi di Kostya, che pian piano la risveglia dal torpore. Poi le rivela un sospetto: forse il padre è scappato dal fronte per nascondersi in un posto noto solo a loro due. Seguendo un impulso un po’ folle, Vita decide di raggiungere Irina e aiutarla a recuperare Roman. Non è suo figlio, è il figlio di un’altra. Ma se c’è una sola possibilità che sia vivo, allora vuole salvarlo. Del resto, soltanto nel tentativo di salvare un altro si può provare a salvare sé stessi.
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